sabato 27 dicembre 2014

Perché scrivi?



Nel corso degli ultimi mesi diverse persone mi hanno rivolto, insieme a svariati complimenti e critiche – di cui li ringrazio personalmente uno ad uno – la medesima domanda:
perché questo blog?
Perché scrivi di quello che ti succede?
Bella domanda!
Boh, perché mi va!
92 minuti di applausi, si chiude il sipario, FINE.
Ho visto film decisamente scadenti con finali migliori…e grazie a dio questa non è la reale motivazione (o perlomeno non ne è l’unica, anche perché spesso scrivo giusto per scrivere, perché mi piace.

ATTENZIONE, SARA’ UN PO’ LUNGO.

venerdì 26 dicembre 2014

Non importa come, non importa dove (Parte II)



Qui proseguo la narrazione di due particolari eventi, vissuti in due differenti giornate, ed in due luoghi diversi. In principio la bozza che feci concerneva sempre due narrazioni legate alle città di Torino e Milano. Tuttavia il passare del tempo, legato anche a diversi viaggi fatti nel mentre, mi ha portato a cancellare da zero la bozza in questione e a riscriverla di nuovo.


I brani che ho inserito si riferiscono adesso – lasciando sempre di fondo la riflessione su cui si basava la prima parte – al mio viaggio a Uppsala (Svezia) durante lo EYP International forum e Milano, mia nuova dimora a causa lavorativa. 
Come prima, la narrazione non è fatta in ordine cronologico.


Scusate l’assenza, mi farò perdonare (ma non prometto nulla).

 Entro nel salone illuminato da decine di candele disposte ordinatamente su ogni tavolo. La loro luce fioca viene ampliata dai lampadari (simil) cristallo disposti sulle nostre teste, enfatizzando la grandezza della sala mentre i passi degli invitati fanno scricchiolare il pavimento di legno situato al primo piano della Östgöta Nation di Uppsala. 

domenica 23 novembre 2014

Non importa come, non importa dove. (Parte I)

Questa riflessione nasce da una foto che io stesso misi su Instagram tempo fa.
La foto, qui riprodotta, la intitolai "Classi sociali". Il motivo è un treno frecciarossa ritratto dalla cabina di un treno regionale Roma - Latina; il senso è palese.

 
Il brano nasce da due storie vissute da me nell'arco di soli due giorni, tra le città di Torino e Milano e nei relativi viaggi che ne hanno accompagnato la scoperta - fatti su rotaia. 

Il racconto non è esposto cronologicamente.

lunedì 27 ottobre 2014

Noia...noia never changes

L'homme est non seulement tel qu'il se conçoit, mais tel qu'il se veut.



Esco una sera di ottobre, come tante altre. Fuori inizia a fare freddo, quel fresco ancora lontano dal gelido inverno ma che già inizia a farti sognare locali pieni e chiacchiere al chiuso.
Guardo l'orologio: 'è in ritardo' penso tra me e me. Decido quindi di aspettare all'interno del locale.

Seduto al tavolo mi do un'occhiata intorno, ponderando le coppie in uscita, le famiglie ed i gruppi di amici; osservo i libri impolverati, i poster ormai scoloriti dal passare del tempo. Fatto ciò, senza nemmeno pensarci, estraggo il cellulare dalla tasca e mi connetto. Messaggi su whatsapp, email, messenger ed infine Facebook, sono le mete del mio peregrinaggio virtuale.
Rifletto d'improvviso: mi trovo ad osservare la vita tramite lo schermo del mio smartphone perfino quando non sono a casa, annoiato. Guardo la vita altrui anche quando dovrei vivere io stesso.

Stacco gli occhi dalle immagini, blocco lo schermo e lo appoggio rivolto all'ingiù sul tavolo. Mi guardo intorno, voglio cogliere i suoni e le risate, i baci e le chiacchiere, misti all'odore di carne, patatine fritte e birra.

domenica 26 ottobre 2014

Chi sono io?

Nota bene - L'idea di questo pezzo mi è venuta da un evento in particolare. Sabato sera passando per Via Neghelli (tanto siamo tutti lì) ho compiuto un atto nei confronti di una persona terza. Quel mio atto, di cui non parlerò perché non è importante, è stato letto in maniera totalmente diversa da due persone che non si conoscono tra di loro.


Chi sono io?
Un discorso così non ha nulla del filosofico ed empìreo che molti disprezzano come inutile.
Significa ragionare su di noi, come persone che convivono in un mondo fatto di una moltitudine di "io" che continua a perdere il concetto del "noi", tutti.
Ci preoccupiamo di quella che è la nostra apparenza, cancellando le foto che ci ritraggono come brutti, mettendo canzoni fiche e rinnegando i nostri gusti veri.
Siamo tolleranti nella sicurezza della nostra vetrina, ma razzisti da salotto.

Ma, dinnanzi a tutte queste pose di cartone fatte per piacere alle altre pose, chi siamo?

giovedì 2 ottobre 2014

Papaoutai


E' da un pò di tempo che desideravo scrivere una mia interpretazione di questa canzone. Ho trovato assolutamente interessante non solamente la canzone in sé - visti i pregiudizi circa la "leggerezza" per la maggior parte dei testi di musica pop/elettronica (giusti) - ma anche per la realizzazione del video che è seguita.

sabato 12 aprile 2014

Cosa c'è oltre?

Non mi piace viaggiare in aereo.
E' oggettivamente veloce, non c'è alcun dubbio. Ma non è veramente un "viaggio", a mio avviso. Entri in una porta, attraversi pareti di metallo, voci, volti di mille sconosciuti che non puoi conoscere: è tutto troppo veloce e troppo ansioso. Tempo, imprevisti, controlli...la maggior parte delle persone non sono dell'umore per parlare e conoscersi.
Poi c'è l'imbarco, lo spegnere i cellulari, il leggere ignorando il vicino obbligato. Due ore, due ore e trenta minuti, tre ore e via. Entri a Roma ed esci a Parigi, Londra, Dubai, Singapore. Se non sei al posto finestrino non ti accorgi di nulla e ne immagini solo gli effetti. Non è un viaggio, sembra piuttosto un download di un file (con windows 95).

giovedì 20 marzo 2014

Altre mani

Appunti incompleti del viaggio a Dublino 05-10/03/2014

Westmoreland Street

(...) La città è piena di librerie che vendono libri usati.
Pensandoci sopra, quest'espressione non mi piace. E' molto meglio dire "Libri di seconda mano". Sta ad indicare la condivisione, il passaggio di un sapere formato tascabile da, che ne so, Miriam O'Toole a Riccardo Di Santo

Se non ci fossero i soldi di mezzo - per quanto economici siano questi libri - sarebbe quasi un evento memorabile: io ho letto un libro, mi è piaciuto (o no), dopodiché lo passo a te affinché tu possa arrichirtene e poi...chissà! Finché la carta non sarà illeggibile sarà ancora possibile arricchire questo mondo di lettere d'inchiostro che ti accompagnano ovunque. Qualsiasi sia il libro.

Invece "Libro usato" suona male: come una rappresentanza simbolica di tutta la filosofia consumistica. Se qualcosa è "usato" non è nuovo ERGO non è immacolato; è già stato di qualcuno e solo dopo tutto ciò che essi hanno vissuto passa finalmente a te.

 Potrebbe sembrare una sciocchezza, il pensiero di una persona che vuole risparmiare soldi o che non vuole sempre la copertina più scintillante, ma sono proprie le sciocchezze a fare la differenza tra il considerare "quelle" solamente come pagine ingiallite ed imbruttite dal tempo, invece che delle parole. Parole che ci permettono di entrare in contatto tra perfetti sconosciuti non solo a kilometri di distanza... ma anche ad anni di distanza.


mercoledì 26 febbraio 2014

Non è mai troppo tardi

I giorni 24 e 25 febbraio sono andate in onda su Raiuno, le due puntate di una miniserie intitolata "Non è mai troppo tardi" in omaggio a - e aventi ad oggetto - l'omonimo programma televisivo; programma che si proponeva come obiettivo, quello della alfabetizzazione di quella quota della popolazione italiana che sebbene aveva già superato l'età scolare, non sapeva ancora né leggere né scrivere.

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