sabato 12 aprile 2014

Cosa c'è oltre?

Non mi piace viaggiare in aereo.
E' oggettivamente veloce, non c'è alcun dubbio. Ma non è veramente un "viaggio", a mio avviso. Entri in una porta, attraversi pareti di metallo, voci, volti di mille sconosciuti che non puoi conoscere: è tutto troppo veloce e troppo ansioso. Tempo, imprevisti, controlli...la maggior parte delle persone non sono dell'umore per parlare e conoscersi.
Poi c'è l'imbarco, lo spegnere i cellulari, il leggere ignorando il vicino obbligato. Due ore, due ore e trenta minuti, tre ore e via. Entri a Roma ed esci a Parigi, Londra, Dubai, Singapore. Se non sei al posto finestrino non ti accorgi di nulla e ne immagini solo gli effetti. Non è un viaggio, sembra piuttosto un download di un file (con windows 95).


Non è come mi piace viaggiare. Meglio il treno a questo punto, abbastanza veloce da permetterti di raggiungere la destinazione in un tempo sopportabile, abbastanza lento da notare il paesaggio, le sensazioni; al che si ha anche il tempo di pensare di porre i propri pensieri in maniera ordinata. Magari su carta.
Se proprio ho tempo e/o soldi, preferisco la macchina. Inquino ed è costosa da rifornire, è vero. Ma volete mettere la libertà? Volete mettere il godersi il tutto?
In autostrada c'è solo stress alla guida? Forse è vero.


  Ma ci permette di vedere il "cambiamento". Dall'agro Pontino alla Toscana, dall'Aquitania, alla Catalogna, passando per i deserti dell'Aragona.




Con la macchina ti senti libero. Libero di decidere dove andare, dove fermarti, quale strada prendere, quale citta visitare, dove mangiare qualcosa.


Sull'autostrada E90, tra Zaragoza e Madrid, trovai un ristorante al lato della careggiata che preparò uno dei migliori "Rabo de toro" - a.k.a. Coda alla vaccinara - che io abbia mai mangiato. Perché la strada è così: è tua finché decidi di percorrerla e tu solo sai dove farla finire e dove farti condurre.
Ogni volta che viaggio trovo sempre una strada che vorrei percorrere fino in fondo. Laggiù oltre l'orizzonte. Ora nelle città questo è difficile, a causa delle periferie che ti attendono. Lunghi caseggiati che ti inseguono la vista fino alla sottile linea gassosa dell'estensione visuale.

Invece, nei paesi, nei villaggi, nelle cittadine, vi sono strade che ti invitano a seguirle. Seguile finché vuoi, finché ne avrai voglia, finché non ne sarai stanco o finché non vorrai cambiarle per un altro itinerario.

Alcune di queste finiranno per forza di cose.


Ed allora alcuni di noi si fermeranno in attesa di riprendere il fiato. Oppure per ritrovare un nuovo itinerario, confusi dall'esito di quest'ultimo. Si fermeranno a riflettere.


Ma non vi preoccupate, sarà già pronto un altro itinerario per voi, forse migliore, forse peggiore.


Questo perché, la strada - intesa nel senso che più piace a voi - non finisce mai. O perlomeno finché avrete voglia di percorrerla non finirà.
Certe volte vi sentirete parte di una folla che percorre la medesima strada, insieme, come un gregge. E vi sentirete persi nel flusso.


Certe volte sarete invece soli, a confrontarvi con voi stessi. E non c'è cosa più difficile che riuscire ad essere amici con sé stessi.




Rimane solo una domanda dopo tutti questi pensieri: ne vale la pena? O sarebbe meglio rimanere fermi?
C'è una strada lì, e prosegue fino all'orizzonte....cosa c'è oltre?



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