E' da un pò di tempo che desideravo scrivere una mia interpretazione di questa canzone. Ho trovato assolutamente interessante non solamente la canzone in sé - visti i pregiudizi circa la "leggerezza" per la maggior parte dei testi di musica pop/elettronica (giusti) - ma anche per la realizzazione del video che è seguita.
Iniziamo con i fatti: Stromae, artista BELGA (se dite francese vi ammazzano) di 29 anni, è figlio di un architetto africano e di una belga. Perse il padre a 9 anni (aprile 1994) nel genocidio rwandese.
La canzone, senza alcun dubbio viste le stesse parole del testo, parla del suo rapporto conflittuale con il padre: presenza/assenza della sua vita.
Papaoutai è la rappresentazione fonica della frase "Papa où tu es?" cioè "Papà dove sei?" Vediamo il testo:
In Italiano:
Ditemi da dove viene
(cosi) finalmente saprò dove andrò.
Mamma dice sempre che quando noi cerchiamo bene
finiamo sempre per trovare.
Lei dice che non è mai troppo lontano,
che parte molto spesso per lavorare
Mamma dice che "lavorare è una cosa buona"
Molto meglio che essere male accompagnato!
Non è vero?
Dov'è tuo padre?
Dimmi dov'è tuo padre?
Senza nemmeno dovergli parlare,
lui sa quello che non va.
Ah sacro/dannato padre,
dimmi, dove ti sei nascosto?
Sarà almeno mille volte che ho contato le mie dita (in attesa del suo ritorno nda).
(Ritornello)
Perché che noi ci si creda o meno,
ci sarà sicuramente un giorno in cui non ci crederemo più.
Prima o poi saremo tutti padri,
e da un momento all'altro saremo tutti scomparsi.
Saremo da odiare?
Saremo da ammirare?
(Saremo) Dei genitori o dei geni?
Diteci chi fa nascere degli irresponsabili?
Ah diteci chi!
Tutti quanti sanno come si fanno i bambini,
ma nessuno sa come possiamo fare (dei bravi) genitori.
Il signor so-tutto-io l'avrei ereditato, già.
E' necessario lasciare succhiare il pollice o cosa?
Diteci dove è nascosto,
saranno almeno mille volte che ci siamo mangiati le dita.
(Ritornello)
Il testo è stato tradotto da me perciò, se vi sono degli errori, perdonatemi.
Si analizzi ora il video:
Al di là del centrale rapporto tra il padre manichino ed il figlio che ha voglia di danzare, sia sua che ispirata dall'osservare agognante la stessa complicità dei suoi vicini, si possono notare altre cose.
Il figlio passa da essere, sconsolato ad arrabbiato fino a divenire disilluso ed infine statua.
Il padre non danza mai, è un'allucinazione del bambino - lui rimane in macchina, immobile.
Il figlio diviene lui stesso, in tale realtà paterna, un manichino. Sintomo che a lungo andare ciò che noi odiamo di più ci trasforma in quello che temiano: copie imperfette di statue.
Osservate però le altre 4 coppie che ballano:
- Madre & figlia: ballano insieme, stesso sorriso, stesse movenze, stesso cane, stesso vestito. Cose se fosse preordinato che la figlia sarà una esatta copia della madre.
- Padre e figlio che portano il giornale: il padre è colui che balla manovrando il figlio secondo mosse preordinate. Ma non è un'opera di indottrinamento (come la 4 coppia), infatti quando il padre passa a fare mosse più complesse ed esperte (quale il ragno), il figlio lo osserva attento, cercando di imparare.
- Padre e figlio (pseudo poveri) -Stesse mosse, ma qui non è un copiare, c'è sinergia, c'è un'esperienza del figlio che ha imparato dal padre e da cui nasce il sipario delle mosse e degli sguardi (sinceramente sorridenti);
- Padre e figlio (pseudo ricchi) - La figura del padre è ingombrante, piena di sé. Il figlio lo guarda sconsolato, insicuro di sé e forse nemmeno troppo convinto di ballare con lui. Il padre lo trascina, non gli lascia spazi e lo riprende con la sguardo perché il figlio DEVE essere come lui, non c'è scampo.“And it’s not about saying that everything’s going badly, because that’s not what I say in my songs. But it’s not about saying everything’s fine, either. It’s life.”
Stromae - NY Times
Nessun commento:
Posta un commento