mercoledì 31 luglio 2013

Camminare per Corso della Repubblica

E' probabilmente una delle cose che ho fatto di più nella mia vita. Ho camminato in lungo e in largo per tutta la città, nel mio quartiere, sul lungomare del nostro territorio, per le sue vie meno conosciute... eppure rimane lui la meta preferita delle mie passeggiate.Sia che fosse affollato durante le domeniche d'autunno od i sabati di maggio che deserto nei lunedì d'inverno o d'agosto.

mercoledì 24 luglio 2013

Il suono della domenica

Non potete capire la calma che ti sfiora, che respiri lento, nel vento che muove le foglie di un pioppo. Le ondeggia, le sfiora, le fà danzare: ballerine verdi perse nel cielo blu. Ed il silenzio...dio il silenzio! Nulla sfiora la calma del pranzo domenicale; cani lontani esplodo in latrati mentre gli uccelli sorvolano parchi vuoti. Ci sarà tempo per il ritorno alla quotidianità, ci sarà tempo per i momenti spesi al bar e le aule di scuola avranno modo di riempirsi. I balconi e le finestre risuonano di risa, rumore di posate e ricordi di famiglia.

A' soixante kilometres au sud de Rome

Ogni volta che conosco un francese per la prima volta, in seguito alla ormai tipica domanda bordolese circa la mia appartenenza o meno alla gente di Cervantes, segue la classica domanda "Tu viens d'où, en Italie?" (Da dove vieni in Italia?). Qui scatta in me un processo automatico, ben oliato con il tempo che consiste in 3 fasi distinte:
- Rome;
- Bon, en veritè, j'etudie à Rome mais je n'habite pas là; (Beh, veramente studio a Roma ma non abito là)
- J'habite dans une petite ville au sud de Rome, presque 60 km au sud...Latina. (Vivo in una piccola città a sud di Roma, a circa 60 km a sud, Latina)

Quella notte


La musica batteva la finestra, facendola sussultare leggermente. Da fuori i vicini potevano sentire soltanto il suono offuscato del brano che risuonava alla radio, ma dentro casa era un'altra storia. La voce del cantante usciva dalle casse quasi urlando, stravolgendo il ritmo e la musicalità per un sacrificio interamente dedicato al senso delle parole.
Tanto tempo era passato da quella sera, quella calda, umida, bastarda sera in cui lei, sotto il suono della stessa canzone, lo aveva lasciato. Senza molte parole è vero, ma abbastanza da incidergli il cuore con segni di fuoco. Sentiva la musica e si ricordava il sapore amaro, simile al sangue, che aveva percepito in bocca : il sapore della delusione, il sapore della disfatta. L'impotenza di una scelta presa da altri, l'impotenza del potere controbattere, rispondere qualcosa...la pesantezza del silenzio che chiudeva il sorriso dei suoi occhi.
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