martedì 22 ottobre 2013

Perugia: risate notturne

Perugia                                                                                                                                    21/10/2013



Piove, e la città è incastonata nella nebbia delle nuvole basse. Mi trovo in un'accogliente camera d'albergo che affaccia su un vicoletto dal sapore squisitamente duecentesco (per citare P.Daverio).

Se cerchi una città che ti faccia respirare aria da medioevo, Perugia è il luogo adatto.



Certo, magari la pioggia non aiuta a visitarla...ma non è un problema enorme. Dopo aver passato un anno in Francia, sulla costa atlantica, posso dire con tranquillità che ormai essa costituisce un fattore neutro. Una volta, quando ero a Latina, non appena iniziava a fare due gocce, mi mettevo a correre in cerca di riparo oppure aprivo l'ombrello; adesso finché la pioggia non si trasforma in temporale, posso tranquillamente conviverci. Anzi camminare sotto la pioggia tenue è oggettivamente bello.

In città c'è “L'eurochocolate”, evento annuale proposto ed organizzato per causare volontariamente overdosi di cacao nelle persone vogliose di cioccolato (e ne conosco un paio che agognerebbero tale morte).
Una persona superficiale si fermerebbe solamente alle ricche bancarelle che ti accompagnano lungo il corso, ma siccome oltre ad essere superficiale sono anche noioso, non appena noto la Feltrinelli in pieno centro mi ci infilo dentro. Ma dopo neanche 10 secondi che vi sono dentro ne esco impaurito: è tutto uguale alla Feltrinelli di Latina (capitan ovvio). Tanta scelta, il settore narrativa qui, quello della musica lì, libri messi in bella vista per farsi ammirare come un concorso di bellezza di miss agro(s)pontino. E' il terribile conformismo letterario di cui avevo tanto sentito parlare. Una volta era bello trovare librerie nuove in città diverse e assaporarne l'atmosfera, vederne le piccole differenze...ora come una sorta di Mcdonalds della cultura, ovunque tu vada in filiali di questa catena ti aspettano tanti “McBestsellers” E' utile, è bello e facile comprare lì, ma orribile allo stesso tempo.

Dopo soli pochi passi vedo che si tratta di una città universitaria. Biblioteche umanistiche, schede e sconti studenteschi, ragazzi che prendono l'aperitivo (o una tazza di cioccolata Eraclea) con ancora le borse stracolme di libri a tracolla.

Sono arrivato a Perugia per un paio di faccende abbastanza stressanti, roba di due giorni, ma sempre stressanti; mi immergo volontariamente nella frenesia del turismo Last minute. La città è incantevole ed è abituata a questi viaggiatori veloci, mi perdonerà (spero).
Bevo una tazza di thè in uno dei pochi bar storici che sono sopravvissuti alla crisi. Parlando con un Latinense che ormai vive e lavora lì da anni, vengo a sapere che, dei molti negozi e bar antichi che una volta contornavano la città vecchia, ormai pochi ne rimangono. Talvolta nascondendo il loro fallimento dietro un laconico cartello con su scritto “Ferie”. Mentre bevo e rifletto sulla città, alla tavola affianco a me arriva un quartetto di ultra ottantenni inglesi (hanno un accento terribile seppur originale nel mondo anglosassone). Mi squadrano per bene e iniziano a parlottare sugli Italiani, su come siano sempre smargiassi e in tiro, vestendo la maschera dell'eleganza per coprire il nostro declino inesorabile. (...)
Un grifone ed un leone mi guardano con orgoglio dal palazzo dei priori , copie dell'originale coppia che si trova all'interno. Si stagliano nella luce del faro e nella leggera pioggia che cade. E' bello, dannatamente bello.
Vedi Perugia è la storia allo stato puro. Certo, non è la “grande” storia: non ha la facciata rinascimentale di Firenze, la potenza mercantile di Venezia o l'eternità di Roma. Perugia è il ritratto più accurato della storia comunale d'Italia, o perlomeno il più verosimile che ho visto. E' il ritratto ideale di quella vita quotidiana del tardo medioevo fatto di speziali, fabbri, uffici del potere legale, civile e del potere ecclesiastico. E così com'era viva 800 anni fa, è viva oggi. Gli studenti che bevono birra al frumento sotto gli archi secolari, i piccoli chioschi che vendono cioccolato nelle viuzze della città vecchia...non fanno altro che rivivere cose già vissute secoli prima.

Ed in fondo, tra una pralina lì ed un suonatore di strada là, lo sanno tutti.

Fumando sulla terrazza che si affaccia sulla campagna illuminata dalle luci, sorrido tra me e me: è quasi l'1 di notte, il tabacco mi brucia nei polmoni e ripenso alle vicende che mi hanno portato qui. E rido di gusto, perché anche se non è stata perfetta, la mia vita è senza dubbio qualcosa di imprevedibile. Come un puzzle incompleto.

La vecchia con il cane scappa impaurita da questo pazzo che ride da solo all'una di notte.

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