martedì 7 febbraio 2012

Appunti di viaggio - Bolzano 2011 (II parte)


Sul treno regionale veloce Bolzano - Bologna 12.45


28 dicembre 2011
Impianti fotovoltaici, vigne, centrali idroelettriche scorrono sotto i miei occhi, accompagnate dalle note dei Genesis (ultima mia scoperta, naturalmente in ritardo, in fatto di musica). Dieci e passa stazioni mi attendono davanti, attraverso 3 regioni.
"Dove passano i treni" cantava Ligabue e se quella canzone è perfetta per le piccole stazioni di passaggio come Latina, per il viaggio serve una canzone più riflessiva ma anche accesa; altrimenti il leggero dondolio del treno potrebbe farmi cadere addormentato a nenche metà del viaggio.
Stazione di Ora- Auer, quattro case in fila e qualche azienda, ma già a prima vista mille volte più pulita di una stazione di Cisterna o di Campoleone.

Pensiero: musica e viaggio sono la stessa cosa. Cosi come scorrono le note, cosi scorrono le anse della valle e gli alberi intorno a me, lungo la ferrovia.

A Mezzacorona cessa la segnaletica in tedesco; sono finalmente rientrato completamente nel mio paese (privilegi fiscali della regione a statuto speciale a parte naturalmente!).

Verso le 14 mi arriva una telefonata pazzesca: rispondo ad un numero non conosciuto ma visibile ed una voce di una persona anziana, chiaramente meridionale, mi recita una sorta di pensiero zen:
Io: Pronto, chi è?
Lui: Pronto! Cosi finisce la storia. Il figlio che parte ed il vecchio che attende... o qualcosa del genere, dopodichè attacca il telefono. 
Un pazzo? Un povero uomo troppo solo che chiama numeri a caso solo per parlare con qualcuno? Non ne avevo abbastanza di storie strane in vita mia?

Stazione di Rovereto, dove Goethe entrò finalmente in Italia; osservo i con piacere scene già viste e quotidianità tutta italiana. Il treno lentamente si riempe e l'odore magicamente si incupisce, ma anche questa è una peculiarità tutta italiana. Ho occupato 4 posti per me e la valigia, mi dispiace fare il cafone ma ci sono molti posti liberi ancora e poi non ho altro posto dove mettere la valigia dato che queste sbarre sopra sono troppo piccole!! 
Peculiarità: ci sono 10 posti per fila, infatti invece che due set di poltrone a destra e sinistra divise per 4 posti qui ci sono da un lato le classiche 4 poltrone e dall'altro ce ne sono 6, 3 davanti ad altre 3, riducendo il corridoio di passaggio ad uno spazio molto più piccolo. 
Ecco Trento, la prima medio/grande città, completamente Italiana e non riesco a non pensare a quanta gente è morta, prima dell'Europa unita, affinchè queste case potessero esporre il tricolore.

Verona Porta Nuova è immensa come stazione, o forse è solo la sensazione che dà. E' la prima volta che la vedo e non ho mai visto cosi in fila cosi tanti treni merci e passeggeri. Tuttavia osservandola è possibile che sia più piccola di Roma Termini, ma dopo le tante stazioncine vederne una cosi grande è sempre un cambio di prospettiva. Manca poco a Bologna, ma da lì sarò solo a metà del viaggio. 
Pausa sigaretta e si riparte in perfetto orario, e da qui decido di mettere i Led Zeppelin - Mothership percorrendo il mio paese in giù, Veneto ed Emilia.

Alla stazione di "Isola della scala" vado di "Tutti vogliono viaggiare in prima" di Ligabue, infatti tutta questa pianura me lo chiama; è la sua terra questa, la sua Emilia di lambrusco, coltelli e popcorn, e quindi anche le sue sonorità e le sue melodie. Ripendandoci: quanto può essere piatta e monotona l'Emilia!!
Ti credo che qui Pascoli non scriveva d'altro che dei soliti 4 temi...qui è solo e sempre campi, uccelli , case, cascine, canaletti di scolo e pianura, dio quanta cazzo di pianura, nà monotonia!!(correzione postuma: Pascoli era romagnolo) Almeno a Latina i monti sul fondo e la brezza del mare ce l'abbiamo, qui è solo un immenso spazio di agricoltura!!

Arrivo a Bologna, una veloce sosta sigaretta in attesa del Frecciarossa che mi porterà a Roma e poi casa.
Ho un orsacchiotto di peluche ed un carillon che mi tengono compagnia.


lunedì 6 febbraio 2012

Appunti di viaggio - Bolzano 2011

28 dicembre 2011
Stazione di Bolzano 11:55
Sto tornando dopo una settimana passata sulle piste da sci. Innanzitutto ho scoperto con disappunto di non aver molta scelta sui treni: o prendo un Frecciargento che parte alle 17 e arriva alle 21 a Roma (per la modica cifra di 81€) oppure, ed è la soluzione che ho scelto, regionale veloce Bolzano-Bologna. E da lì, tra Frecciarossa, argento, IC, ecc, la scelta abbonda.

Scopro con terrore che la stazione di Bolzano è completamente all'aperto e con -2c° fuori non è il massimo aspettare il treno al gelo. Fortunatamente il binario è già segnato ed il treno è li su il binario, con il riscaldamento acceso, ad attendermi una buona mezz'ora prima dell'orario di partenza.
La stazione è bellissima: incastonata tra monti verdi con lo sfondo di montagne innevate. Una croce bianca troneggia sopra di esse e anche se appare minuscola da qui, sembra portare protezione e buona speranze per il viaggio ( e ciò detto da un agnostico part-time come il sottoscritto è tutto dire).
6 binari per il traffico civile ed i restanti 10/13 lasciati al traffico commerciale e notturno. Ma evidentemente ciò non basta: sulla A22 ho incontrato una miriade di camion da e per la Germania; qui il rapporto con il mondo tedesco è stretto. Tutto bilingue, tutto prima scritto, pensato, detto prima nella lingua di Goethe che in quella di Dante.
Perfino i ragazzi al bar parlano tedesco tra di loro ( e con queste prospettive economiche, chi può biasimarli?), ma il mio barlume di speranza è dato dal fatto che in ogni discussione da me origliata (si, lo sò sono passibile di stalking) un "ciao" finale o altre parole chiaramente italiane messe nel discorso per dargli un suono più delicato, erano sempre presenti.
Mentre scrivo un treno di Volkswagen nuove di zecche passa mi passa affianco, aggiungendo un tocco di moderna tecnologia al quadro paesaggistico della natura.

La città è bellissima, con dei portici che ricordano Bologna, ma più puliti, più ordinati. I ragazzi e ragazze sono tutti molti belli: un miscuglio tra l'alto e biondo del nord ma addolcito dall'Italianità dei loro volti nei quali si riconosce un tocco del nostro sole.

"Überschreiten der Geleise verboten" recita la scritta che dovrebbe significare il nostro più blando e permissivo "Vietato attraversare i binari" sebbene il significato sia il medesimo; ma noto che è vero il detto "tutto il mondo è paese", dato che anche qui la gente che attraversa fregandosene ce n'è e non credo che siano tutti discendenti di Masaniello. Naturalmente il treno parte in orario spaccato senza bisogno di rivolgermi al duce. (continua...)
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