Lenta strusciava la penna sulla carta, mentre l'inchiostro si seccava, ansa dopo ansa, lei dipingeva parole. Quali fossero, che cosa dicessero, questo era compito dei lettori scoprirlo. Il suo compito era creare: non mere sillabe, lettere che unite creavano un senso logico, ma pensieri, regni, re e regine lontane che avrebbero preso vita grazie ad un semplice gesto della mano.
In fondo la parola artista è diversa dalla parola scrittore. Anche se l'uno è l'altro, e viceversa; scrittore è un mezzo utilizzato per indicare colui che non solo immagina ma crea, fa sorgere dalla carta (o dalla pietra, la pergamena in base alle epoche) mondi diversi a questo o uguali. Dove le imperfezioni si trovano massimizzate per farcele notare con più forza. Egli è colui che crea mondi specchio, ove ognuno affacciandosi vi si ritrova.
Quando una persona scrive, sia questo importante, inutile o di poca importanza, ciò che egli realizza, apre uno scenario, un mondo nel quale si apre tutto sé stesso. In fondo in un libro cosa si trova, se non la rappresentazione parafrasata della nostra vita, di noi stessi e delle tragicomiche esperienze che viviamo?
Scrive, legge, immagina, pensa e collega...notate bene questo non è il lavoro esclusivo dello scrittore; ciò è comune a noi tutti, è insito in noi. Cosi come in ognuno vi può essere un artista (che sia aiuto parrucchiere o avvocato) in ognuno vi può essere scrittore. Serve solo voglia, ispirazione e senso in quel che si vuole comunicare.