Quanto tempo fa? Un anno? Due?
Un'altra vista, un'altra pioggia intratteneva le tue pupille e cullava i tuoi pensieri. Volevi scappare da quel posto, da quella città che ti soffocava. L'aria mancava nei soliti giri, nelle solite facce, nella prospettiva di un'asfissia lenta che ti avrebbe portato a divenire un relitto di curiosità e passione. Latina sembrava una gabbia dorata dalla quale volevi scappare a tutti i costi. Nulla poteva saziare la tua sete se non la distanza e la speranza di un futuro fatto di ben altre cose piuttosto che giri a piedi senza fine e giornate di grigie mirate da sotto i portici. Eppure era la tua gente, la tua storia, la tua vita.
Sono scappato, ho piantato il mio piede lontano con tutta l’energia e la positività del futuro nascosto sotto una terra che devi smuovere solo con il duro lavoro delle tue mani. Non per gli aperitivi durante la settimana della moda, non per le cene e le chiacchiere globalmente corrette e cosmopolite. Lo devi fare per te e per tutti coloro che ci hanno creduto in te: con i soldi, le parole, le speranze e le lacrime.
Così arrivi, che sia Milano, la Cina o il Brasile poco importa, tu arrivi e ti ci butti nella frenesia del nuovo e delle responsabilità. Sembra quasi che corri per recuperare un tempo rubato che non sapevi di avere perso sino ad allora. Sei lontano dalla tua vecchia vita? No lo pensi soltanto, devi cambiare te, altrimenti i problemi si ripresenteranno con nuove facce e nuove lame affilate.
E’ dura, passata l’eccitazione iniziale ti aspettano pomeriggi di occhi rossi, orari duri e continue prove alla tua novella maturità, appesantita dalle responsabilità (nuove), dai problemi (vecchi), dalle aspirazioni (lontane) e dai desideri (vicini ma inarrivabili, almeno per il momento).
E cosi ti ritrovi a sognare “casa”, quel luogo ideale che esiste e del quale solo adesso realizzi l’importanza. Ci ricolleghi un significato di pace e tranquillità che non avresti mai osato collegare quando ti ci ritrovavi dentro. Ma fai attenzione: è solo un trucco della tua mente.
E’ vero che quella è e sarà sempre casa. Ma scappare dalle responsabilità dell’essere in un percorso di crescita, per un giaciglio di sublime seta è soltanto una scorciatoia verso il passato che – lo sappiamo tutti – non può più tornare. Sogni la tua famiglia, il tuo cane bianco, il tuo amore, le facce amiche… cazzo, sogni perfino il lento fruscio delle foglie nelle giornate di sole, laggiù in palude.
Poi passa.
Tieni duro, tiri lunghi respiri e continui a guardare e a lavorare duramente su te stesso. Perché sai di essere fortunato rispetto ai più, a quelli che vedi stesi per terra nella metropolitana, a chi è rimasto giù nella scala delle opportunità e a chi potrebbe fare molto di più ma ha paura del fallimento.
Cresci per te e per loro (questo “loro” avrà un significato diverso per chiunque leggerà). Non devi sorridere per forza, anzi può urlare e piangere purché alla fine tu sappia quale è la scelta giusta per te.
Vai avanti, magnifico bastardo/a che non sei altro.